Dott.ssa
Carla Merola D’Elia
Psicologa
Psicoterapeuta
Dott.ssa Carla Merola D’Elia
Psicologa Psicoterapeuta

Il narcisismo: il bisogno di ammirazione continua che nasconde un vuoto cosmico interiore

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Indice

Innamorarsi di un narcisista è facilissimo, quando lo conosci ti rendi conto che è proprio il principe azzurro che stavi tanto aspettando, manca solo il cavallo bianco.

E’ affascinante, seduttivo, trasgressivo, mai banale, riesce ad ammaliare con le sua simpatia, con le sue innumerevoli attenzioni, con il suo eloquio, con il suo savoir faire, sempre disponibile e presente, riesce ad irretire ed incantare con il suo sguardo, con le sue parole, lettere, messaggi o email, quanto il canto sensuale delle sirene ammaliavano Ulisse.

I suoi copioni sessuali ed erotici rispecchiano l’ars amatoria.

Riesce a catturare mentalmente ed emotivamente le sue partner che sceglie accuratamente con un radar molto sensibile, riesce a sintonizzarsi con quelle persone che hanno delle specifiche fragilità: dipendenza affettiva, bassa autostima e paura dell’abbandono, persone che con loro condividono l’essere stati bambini feriti, condividono il bisogno d’amore che è venuto meno in età infantile.

Il narcisista possiede l’abilità di rispecchiare, captare i tuoi desideri, i tuoi bisogni e le tue speranze, ha l’abilità innata di comprendere ciò che stai sentendo, in fase di conoscenza chiede e si interessa molto a te e non è proprio ciò che si può definire empatia ma sta più raccogliendo informazioni per cucire la sua maschera da principe azzurro e poter essere perfetto ai tuoi occhi.

Essere perfetto agli occhi dell’altro gli garantirà il suo nutrimento, ciò di cui ha bisogno: essere ammirato.

Il narcisista non ha consapevolezza di queste tendenze mentali, porta con sé un vuoto cosmico primordiale che tenta di riempire con l’ammirazione che cerca costantemente dall’altro.

In un battito d’ali, quasi incredula, sentirai di aver trovato la tua anima gemella, come lui nessuno mai ti ha capita, nessuno mai è riuscito a leggerti dentro, con lui ti senti di essere a casa, senti quella sensazione avvolgente di familiarità.

La sua natura camaleontica farà in modo di prendere le tue sembianze per farti sentire che è proprio come te, prevede e soddisfa ogni tua esigenza, sembra sappia leggerti la mente ma non è proprio così, riesce più a manipolare la tua mente, affinchè possa leggere nei tuoi occhi ammirazione e dedizione, affinchè possa leggere nei tuoi occhi che è l’uomo migliore che tu potessi trovare al mondo, così da poter vedere ancora qualcosa di buono in se stesso ma quando ciò inizia a venire meno perché tu incominci a vedere anche gli altri suoi aspetti allora riprenderà la sua ricerca amatoriale altrove, andrà in cerca di altri occhi pronti a brillare che lo faranno sentire nuovamente speciale.

La collusione della società odierna con il narcisismo

Nella società odierna si è andato sviluppando un sé individuale che ambisce alla libertà come assenza di limiti e che teme il rimanere intrappolato dentro confini percepiti come limiti. Si è andato diffondendo l’esaltazione della visibilità, dell’ammirazione, della popolarità famelica per la paura di cadere in un cono d’ombra sociale.

Oggigiorno riceve attenzione ciò che stupisce ed i ragazzi crescono sentendo di dover essere speciali per non provare la sensazione di essere tagliati fuori, serve costantemente lo sguardo dell’altro per sentire di essere/esistere.

Lo slogan del narcisismo sociale potrebbe essere “non la sufficienza ma l’eccellenza” il bisogno costante di dover essere speciali, speciali agli occhi degli altri.

L’ammirazione ha preso sempre più il posto dell’autostima, che si fonda sull’essere unici e normali, ma non necessariamente e costantemente eccellente e speciale e per ciò ammirato.

L’ammirazione diviene traumatica.

L’ammirazione crea dipendenza.

Il genitore che fonda il legame relazionale con il proprio figlio sull’ammirazione genera un adulto dipendente dall’ammirazione.

La nascita di un narcisista risiede proprio all’interno di una relazione genitoriale in cui si respira una grande ammirazione ma anche una grande distanza emotiva, il bambino proverà un’esperienza così dolorosa da creare una ferita narcisistica che gli creerà un grande vuoto affettivo con il quale convivrà, lasciandolo perennemente insoddisfatto alla ricerca di qualcosa che sentiva spettargli di diritto e così l’altro diventerà la persona deputata a risarcire le sue vecchie perdite.

Il copione sentimentale del narcisista

Un narcisista vive le relazioni affettive ricalcando un clichè di fasi:

  • Idealizzazione dell’altro o love bombing: “staremo per sempre insieme”, “sei la donna della mia vita” è la fase dell’innamoramento in cui compie grandi atti d’amore ed è proprio in questa fase che tende a bruciare le tappe e fare grandi promesse future (future faking di convivenza, matrimonio, figli) e questo anche se non rientra in una reale progettualità ma così facendo appaga il suo bisogno di sentirsi di valore.
    Spesso si lega a persone con una spiccata bellezza/capacità/successo per potersi sentire invidiabile agli occhi degli altri, le qualità altrui sostengono l’idea di essere migliore.
  • Svalutazione: “sei come tutte le altre”, “non mi fai respirare”, “così facendo mi costringerai a lasciarti”, cosa mai può essere successo?
    Il narcisista si rilassa sentendo di aver stabilito un legame solido e così mostra l’altra faccia della medaglia: il suo essere poco incline al venire incontro, rinunciare, confrontarsi o mettersi in discussione, il suo essere umorale e spesso pretenzioso, la poca empatia, il suo rispondere con rabbia alle puntualizzazioni della partner, il non riuscire a vedere un suo errore in quanto la colpa sarà sempre fuori e questo lo porterà a criticare, rimproverare, tenere musi lunghi fino ai silenzi e sparizioni.
    Vi ricordo che lui è lo stesso bambino a cui non era permesso sbagliare se non con gravi conseguenze di disimpegno affettivo genitoriale e come può allora oggi riuscire ad ammettere un errore
    Dovrebbe rivedere la sua immagine perfetta che non può permettersi di intaccare.
    In questa fase il narcisista comincerà gradualmente ad allontanarsi imputando alla partner il suo distacco, alternerà momenti piacevoli di presenza con litigi e rimproveri, questo meccanismo di “bastone-carota” serve per assicurarsi la presenza/sudditanza della partner “se ti comporti bene io torno come ero prima e non sarò costretto ad andarmene” ma ogni cosa non sarà sufficiente per guadagnarsi il suo amore, ogni pretesto servirà per rendere instabile il legame perché non vuole/non riesce realmente a superare la controversia ma vuole aumentare il suo dominio nella relazione.

    Ora, una partner che sente di non riuscire a creare una relazione costruttiva scapperà a gambe levate ma se la partner è una dipendente affettiva non riuscirà comunque a fare a meno di lui e cercherà di riconquistarlo in ogni modo anche sacrificando se stessa.
    Si attaccherà alla prima immagine che ha avuto durante il love bombing in cui è riuscita a vedere l’adulto amorevole e il bambino ferito bisognoso di cure, sentendosi la sua salvezza e per tutto questo sopporterà, stringerà i denti, gli darà tempo e poi ancora tempo e poi ancora altro tempo, si dirà che è un momento, che adesso passa e ritorna ad essere come prima, che magari è pure colpa sua, giustifica e perdona, a volte anche atti di violenza verbale, fisica o psicologica, ma la speranza è vana: il narcisista non riesce a cambiare perché vorrebbe dire abbattere il “muro” dietro al quale, insieme ai genitori, ha nascosto fin da piccolo la sua parte vulnerabile, fragile, fatta di limiti e bisognosa d’amore; ciò vorrebbe dire far cadere la maschera della perfezione con cui ha imparato a difendersi e sopravvivere e questo gli arrecherebbe troppo dolore.
  • Abbandono: manca la reciprocità che caratterizza ogni relazione sana in quanto il narcisista sente di avere numerosi diritti a cui l’altro deve far fronte ma quando l’altro si oppone o secondo lui non si adopera abbastanza allora giunge alla chiusura della relazione anche in modo molto improvviso e spesso preceduto da tradimenti e altrettanto spesso inizia una nuova relazione in sovrapposizione con la fase finale della precedente. Avrà bisogno di tradire, di perdere la relazione, per riproporre l’antica perdita genitoriale come se fosse un triste destino da cui non si può fuggire.
  • Il ritorno: dopo un periodo dall’abbandono eccolo ricomparire!
    “ciao come stai?”, “prendiamo un caffè insieme?” sonda il territorio e si ripropone nel suo massimo splendore “mi sei mancata”, “vienimi a prendere”, “come te nessuna mai”, si ripropone nuovamente lo stesso copione e questo gioco può protrarsi all’infinito, si ripresenta ad intervalli regolari ma solo per sentire quanto potere esercita sull’altro, per sentire il suo fascino, ricontattare la sua grandiosità e quel senso di onnipotenza in un senso di vuoto interiore.
    Spesso il suo ritorno coincide con la fine di un’altra relazione o con la fase di svalutazione in cui la partner cerca di opporsi al suo atteggiamento e per tanto cerca altri occhi in cui vedere la sua immagine brillare nuovamente di luce.

Il danno della ferita narcisistica in una relazione di coppia

Vivere una relazione sentimentale con una persona che convive con una ferita narcisistica, di cui oltretutto non ne è consapevole, può rivelarsi fonte di grande sofferenza: dopo il primo momento idilliaco fatto di grande attrazione, euforia e amore si inizia a viaggiare sulle montagne russe.

Il narcisista fatica nello stare all’interno di una relazione soprattutto quando sente che incomincia ad essere richiedente, cerca di mantenere certe distanze, per questo sentirà il bisogno di lasciarti e poi di riprenderti in un gioco spompante del tira e molla, di avere tante altre persone, anche contemporaneamente e poi di ritornare da te, il suo harem serve per mantenere ben nutrito il suo senso di grandiosità, non importa da chi, importa solo che ci sia, perché altrimenti contatta il senso di solitudine e vuoto con cui non riesce a convivere.

Vivrà giorni di assoluta simbiosi con te quando sentirà i suoi momenti di vuoto e giorni in cui scomparirà per poi riapparire, tenendo dei fili per rifocillarsi, solitamente sul fronte sessuale che è il modo in cui riesce ad entrare in contatto con l’altro.

Spesso il narcisista riduce il suo bisogno d’amore alla sessualità, si serve dell’altro per la sua funzione accudente ma non coltiva il legame anzi lo prende a spot solo quando ne sente la necessità.

Spesso ha più partner contemporaneamente per fronteggiare l’angoscia della perdita/abbandono che non riuscirebbe a tollerare, in tal modo si assicura il nutrimento di essere scelto più volte, di essere idolatrato e così di sentirsi grandioso; in più fa fronte a quel costante senso di noia e al bisogno di vivere spingendosi fuori dai limiti.

Quando sentirà il bisogno di separarsi dalla partner, per non vivere l’angoscia della perdita e per non provare sensi di colpa, inizierà a dipingerla come la peggior nemica, insorgeranno continui litigi, accuse, svalutazioni così da facilitare in lui la separazione.

Il narcisista riattualizza il tema del distanziamento emotivo vissuto in età infantile, evitando qualsiasi cura e legame, ricordiamoci che ha vissuto il rifiuto di un’intimità affettiva ed il dolore è stato talmente grande che ha deciso di fare da solo, ha fatto le spese con un vuoto di accudimento dovendo fare tutto da sé e così risolve con la negazione dei sentimenti, reprime il proprio bisogno d’affetto ma quando scatta la scintilla di un legame si palesano i sentimenti dimenticati, sepolti ma con l’andare avanti del legame, si riaffaccerà il senso di onnipotenza che combatte la depressione e sentirà nuovamente di poter fare a meno dell’amore: il processo diventa circolare e l’insoddisfazione continua.

Il narcisista non riesce a mantenere in vita le relazioni molto a lungo se non alle sue regole: l’altro serve per nutrire se stesso e per questo la sua donna ideale è una donna sottomessa, che non lo contraddice e che lo asseconda.

La sua partner sarà una donna affamata d’amore spesso una dipendente affettiva che mette al centro i bisogni dell’altro trascurando i propri, che nel tempo si accontenterà di briciole d’amore riattivando in lei il vecchio schema infantile “ti salverò” perché ha incontrato il bambino ferito del narcisista e così vuole scaldarlo, guarirlo, lei ha visto il bambino dietro il “muro” e per questo faticherà a lasciarlo.

Diviene un incastro malato: lei bulimica d’amore e lui anoressico d’amore.

E’ possibile aiutare un narcisista a salvarsi?

Generalmente un narcisista non arriva in terapia autoproclamandosi Narciso, non è capace di vedere in lui l’errore e in più nutre sfiducia nell’altro ed anche il terapeuta è un altro, deduciamo che sarà inutile proporgli una terapia per tentare disperatamente di salvare la relazione di coppia perché il problema non è suo. Tuttavia è possibile che giunga in terapia per attacchi di panico, per depressione, per dipendenze comportamentali o da sostanza, per sensazioni di vuoto e comunque spinto dalla sofferenza che il nucleo narcisistico gli procura facendolo entrare in contatto con un costante senso di insoddisfazione, di angoscia e/o di isolamento.

Il narcisista giunge in terapia per ristabilire il senso di grandiosità ma il vero scopo sarà di rinforzare l’io vero della persona andando a vedere anche al di là del muro, riappropriandosi delle sue zone d’ombra, di quel nucleo fatto di fragilità, vulnerabilità e affetto negato.

Ricordiamoci che il narcisista è una persona sola che non si conosce.

Accettare di avere un problema è sempre il primo passo verso il cambiamento ma per il narcisista questo passo è ancora più difficile perché significa dover mettere in discussione l’immagine grandiosa e perfetta di sé causando la caduta della maschera.

Il narcisista avvalendosi della terapia potrà imparare a riconoscere e gestire i sintomi che lo hanno portato a rientrare nella diagnosi del disturbo narcisistico, grazie ad una presa di consapevolezza potrà imparare a riconoscere il suo bisogno insaziabile di ammirazione e approvazione, a ristrutturare un’immagine di sé più aderente alla realtà, guardando in faccia la propria ferita narcisistica che lo ha portato a scindere il suo sé: un sé grandioso sul piedistallo e un sé vulnerabile dietro al “muro”.

Siamo convinti che il segreto per la cura dei narcisisti,
sia quello di ridargli il diritto di vivere.
La strada della terapia è la ricerca del contatto con la propria natura,
lo scavo per trovare le proprie inclinazioni, preferenze e passioni.
Si può dire che sia una rieducazione alla ricerca di sé.”
“L’illusione del narcisista” Dimaggio,2016

(Mi preme sottolineare che il narcisismo patologico non è esclusivamente appannaggio del mondo maschile solo per narrazione ho ritratto il narcisista di sesso maschile ma è riscontrabile anche nel genere femminile).

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Dott.ssa Carla Merola D’Elia

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