Dott.ssa
Carla Merola D’Elia
Psicologa
Psicoterapeuta
Dott.ssa Carla Merola D’Elia
Psicologa Psicoterapeuta

Attacchi di Panico

Attacchi di Panico

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Gli attacchi di panico sono stati di ansia molto forte, che insorgono per lo più inaspettatamente e che provocano intensa paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire. Il panico consiste in uno stato di intensa paura che raggiunge il suo picco nel giro di dieci minuti.

Viene detto anche attacco di panico poiché è caratterizzato da una comparsa improvvisa, spesso inaspettata, di paura in mancanza di un pericolo reale. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia“ (Disturbo di panico con agorafobia).

Ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.

Con la paura degli attacchi di panico diventa quindi difficile e ansiogeno uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via.
L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del panico. Costringe spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque. Ne consegue un senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere “grande e grosso” ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.

Di solito gli attacchi sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non indicono necessariamente un attacco di panico. Tra gli eventi di vita precipitanti riferiti più comunemente troviamo: il matrimonio o la convivenza, la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.

Sintomi

I sintomi tipici degli attacchi di panico, variabili da persona a persona e da volta a volta, sono:

  • Palpitazioni/tachicardia(battiti irregolari, pesanti, agitazione nel petto, sentirsi il battito in gola)
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare qualcosa di imbarazzante in pubblico o la paura di scappare quando colpisce il panico o di perdere la calma)
  • Sensazioni di sbandamento, instabilità (capogiri e vertigini)
  • Tremori fini o a grandi scosse
  • Sudorazione
  • Sensazione di soffocamento
  • Dolore o fastidio al petto
  • Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai propri processi di pensiero o dal corpo)
  • Brividi
  • Vampate di calore
  • Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio)
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazione di asfissia (stretta o nodo alla gola)

Cause

  1. una predisposizione geneticaall’ansia e agli attacchi di panico.
  2. alcune circostanze e l’ambiente familiarein cui si è cresciuti possono aver insegnato che il mondo è un posto pericoloso, che non si è adeguati ad affrontarlo, ecc. Ad esempio, traumi come la malattia o la morte di un genitore o di un familiare possono creare questo tipo di vulnerabilità all’ansia. Anche i bambini che hanno avuto dei genitori iperprotettivi che, quindi, hanno involontariamente rinforzato il loro senso di vulnerabilità, da adulti potranno provare più ansia di altri.
  3. Lo stressche si può incontrare in una determinata fase di vita e che non si riesce a gestire. I fattori maggiormente stressanti: iniziare o cambiare lavoro, trasferirsi lontano da casa, comprare una casa, sposarsi, avere un figlio, sentirsi intrappolati in matrimoni sbagliati o altre situazioni, morte o malattia di qualcuno che amiamo, grave depressione, un periodo prolungato di stress associato a incertezza circa la propria o altrui salute, stabilità finanziaria e carriera, piccoli cambiamenti, anche positivi, concentrati in un breve lasso di tempo

Conseguenze comportamentali

Coloro che soffrono di attacchi di panico cercano di fuggire il prima possibile dalla situazione o dagli individui che provocano loro ansia o malessere, evitando situazioni simili nel futuro (evitamento), inoltre mettono in atto meccanismi che li rassicurano (comportamenti e rituali protettivi) ed esercitano attenzione selettiva rispetto alle proprie manifestazioni corporee.

Evitamento: evitare tutti i posti temuti, gli oggetti e le attività che si pensa potrebbero causare un attacco di panico, ad esempio guidare, prendere la metropolitana, portare i bambini in posti affollati, volare, stare in posti chiusi o stretti e sapere lontana la via di fuga, il traffico, le gallerie, fare una riunione di lavoro, andare dal medico o dal dentista. Dal momento che, nel caso del disturbo di panico, ciò che si teme di più sono le proprie sensazioni fisiche, si potrà arrivare ad evitare anche quelle attività o sostanze che aumentano l’attivazione fisiologica dell’organismo come il caffè o altre bevande eccitanti, si potrebbe evitare anche l’attività fisica o sessuale, si prediligerà uno stile di vita riposante e all’insegna della prudenza.

Comportamenti e rituali protettivi: le persone spesso sviluppano un proprio modo di fare le cose che pensano le possa proteggere dall’insorgenza di un episodio di panico. Questi comportamenti danno un sollievo temporaneo ma, a lungo andare, mantengono il disturbo. Ad esempio, portare con sé una bottiglia di acqua o dei farmaci, chiamare qualcuno, farsi accompagnare, fare spese solo nei posti dove è possibile vedere l’uscita, sedersi sempre all’estremità della fila vicino all’uscita di emergenza, ecc. A volte, alcuni gesti possono essere quasi delle superstizioni, come portare un corno con sé o toccare legno, ma in realtà non fanno altro che rinforzare il senso di vulnerabilità e di insicurezza.

Trattamento

Anche se i sintomi del disturbo di panico possono essere travolgenti e spaventosi, un adeguato trattamento può aiutare i pazienti gestirli. Occorre pertanto rivolgersi a un professionista esperto in questo tipo di problematica.

  • La psicoterapia ha gli obiettivi di:
    • Scoprire e abbattere le fonti di stress
    • Aumentare la tolleranza all’ansia o al disagio, ad esempio con la Mindfulness, e ristabilire un senso di sicurezza, riducendo la sensibilità alle sensazioni fisiche (tachicardia, tremore, respiro corto, ecc.) o mentali (paura di impazzire, di morire, di perdere il controllo) rilevanti per l’insorgenza degli attacchi di panico
    • Indebolire l’interpretazione catastrofica errata e gli schemi di minaccia, paura e pericolo sottostanti agli stati fisici o mentali
    • Incrementare le capacità di rivalutazione cognitiva (rivalutazione dei pensieri catastrofici) che portano all’adozione di una spiegazione alternativa realistica dei sintomi che causano paura o angoscia
    • Eliminare l’evitamento e altri comportamenti disfunzionali di ricerca di sicurezza
  • La terapia farmacologica può aiutare i pazienti a ridurre i fastidiosi sintomi associati al panico. Chi soffre di disturbo di panico, spesso lamenta anche uno stato depressivo e, quando presente, i farmaci possono intervenire anche su questo.
  • L’approccio combinato, ossia terapia farmacologica e psicoterapia cognitivo comportamentale, è quello che la letteratura scientifica ci suggerisce essere il più efficace, ma è fondamentale effettuare un’accurata valutazione iniziale e quindi decidere l’intervento più idoneo al singolo individuo.
Se hai bisogno di aiuto o un tuo familiare o amico ha bisogno di un consulto per un presunto attacco di panico...

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