Sempre più spesso incontro in studio giovani ragazzi in cui l’emozione principe, protagonista indiscussa dei loro racconti e del loro malessere è la noia:
“tutto mi annoia subito”
“sono uscito con gli amici ma anche con loro dopo un po’ mi annoio”
“quando vivo una storia dopo un po’ mi annoio”
Noia, noia e ancora noia.
Quel senso di insoddisfazione nei confronti della vita, del mondo e delle persone: nulla sembra interessare veramente e così si rischia, a lungo andare, di sfociare nel fare cose e nel vivere la vita con un velo di apatia a cui spesso segue un senso di frustrazione per non riuscire a sentire la vita.
Ragazzi annoiati che faticano a contattare i loro desideri e ad individuare le loro aspirazioni:
“Muoio senza morire in questi giorni usati
vivo senza soffrire, non c’è croce più grande
…
E’ la cumbia della noia!”
(Angelina Mango “La Noia”)
Qual è il ruolo dei genitori nella noia dei figli?
“mamma mi annoio”
“tranquillo domani ti iscrivo ad arrampicata tanto il venerdì pomeriggio non ci sono attività”
Vi sembra un’iperbole?
Viviamo la cultura dell’inzeppare, non sia mai che perdiamo del tempo o rallentiamo il ritmo, corriamo ai ripari alla prima avvisaglia di noia, insegniamo ai figli come si corre senza fine sulla ruota del criceto, è così appagante fare, fare e fare per cadere svenuti la sera.
Un tocco di ironia la trovo d’aiuto per riflettere e smontare quei condizionamenti culturali, familiari e personali che ci portano molto spesso a vivere questa vita correndo alla velocità della luce, non permettendoci così di godere del panorama che scorre al nostro fianco, lasciandoci affaticati ma soprattutto affamati di vita.
Non è affatto necessario riempire ogni secondo di vita, l’assunto di base nel farlo è spesso la paura di perdere tempo ma sapersi fermare è una capacità indispensabile per prendere contatto con noi stessi.
Non è affatto necessario, quindi, preoccuparci della noia dei nostri figli, né di porvi sempre rimedio; il nostro compito non è trovargli un’occupazione per fuggire dalla noia.
Potremmo, invece, insegnare ai nostri figli a gestire la noia perché la vita non è sempre fatta di feste e allegria, così come potremmo insegnare a distinguerla dall’emozione della solitudine e della tristezza per aiutarli a identificare meglio i loro sentimenti, fino ad arrivare a capire come solleticare la fantasia e stimolare la creatività proprio dal dolce far niente.
Ma la fatica dell’adulto ad insegnare a stare in compagnia della noia, deriva spesso, dalla difficoltà dell’adulto stesso ad interfacciarsi con essa tant’è vero che è piuttosto facile osservare adulti e bambini riempire ogni momento morto con l’uso di un dispositivo elettronico, basta osservare casa fanno le persone in una sala d’attesa o in una fermata dell’autobus o su un treno.
Ma è giusto che sia così?
Rivendichiamo il diritto alla noia.
La noia in piccola quantità, serve per rilassarsi e staccarsi dal mondo, nel quale oltretutto si vive un’iperconnessione frenetica, per prendere contatto con i propri pensieri e desideri ed indirizzare così il proprio cammino, la propria crescita personale.
L’ossimoro generazionale degli iperconnessi-iperannoiati
Dispositivi elettronici portatili, internet ovunque, 5G per una velocità supersonica, social media in quantità.
Accesso illimitato ad ogni sapere e curiosità, un mondo senza confini dove poter essere ovunque e con chiunque eppure l’altro lato della medaglia porta con sé la facilità nell’annoiarsi.
Ragazzi stimolati continuamente da un mondo tecnologico velocissimo fatto di colori, suoni, immagini in cui perdersi nello scrolling come gesto ormai automatico, ma divenuto tale dai numerosi rinforzi positivi rappresentati dai like, dai commenti, dai meme, dalle foto che generano una sensazione di piacere e gratificazione dovuto al rilascio di dopamina.
Come può competere questo con la vita che non scorre alla velocità del 5G? Che non dona iperstimolazioni?
Da bambini, inoltre, sono stati bonariamente riempiti dalle numerose attività scolastiche ed extrascolastiche e non hanno mai fatto esperienza reale della noia.
La noia: quella perfetta sconosciuta!
Il tempo è stato loro sempre riempito cosicché oggi faticano a stare con la noia ed i vuoti che genera.
Cercare di combattere la noia può far cadere facilmente nel fare e molto spesso questo si traduce anche in comportamenti quali: abbuffate, uso di alcol e droga, esperienze estreme o dipendenze comportamentali.
L’adolescente sembra giunto perlopiù impreparato a vivere ed affrontare la noia in quanto è stato instradato involontariamente ad evitarla o soffocarla.
Cosa ci può dire la noia?
La noia rimane anche da adulti una di quelle emozioni che il più delle volte si cerca di scacciare via, non la si vuole sentire addosso ma dovremmo accoglierla gentilmente e amorevolmente perché ci sta mettendo in connessione con quella parte di noi che desidera, ci può far comprendere che magari stiamo vivendo una disconnessione da noi stessi e conseguentemente ci sentiamo disconnessi dal resto del mondo.
La noia, lasciala parlare! Ascoltala!… e magari nel silenzio degli stimoli del mondo vedrai che ti suggerirà delle domande:
“Cos’è che vorrei?”
“Quali sono i desideri a guidare il mio cammino?”
“Quali sono gli obiettivi grandi e piccoli che indirizzano la mia vita?”
Non scappare via da queste domande, non scappare via da quella parte di te che ti sta suggerendo che “forse, forse” c’è bisogno di reindirizzare la tua vita, di rivedere qualche aspetto, di accogliere la noia per godere di una vita più piena.
Potremmo dire che la noia è il modo in cui il nostro cervello ci avverte che le cose così come stanno, non stanno andando proprio bene, è una specie di spia luminosa nel cruscotto del nostro mondo emotivo che ci avverte che forse ci stiamo allontanando da noi, da chi siamo, dai nostri valori, dai nostri desideri e così la noia può trasformarsi da ospite indesiderato dentro casa nostra ad ospite salvifico se, e solo se, gli prestiamo la dovuta attenzione.
“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”.
Albert Einstein
Cogliamo l’opportunità che la noia ci sta offrendo: riflettere, rivedere e riordinare le nostre priorità di vita per accorgerci che magari, nel qui ed ora, sono totalmente o in buona parte inverse rispetto a come le vorremmo e magari anche lontano dai nostri valori guida.
A questo punto possiamo ringraziare la noia per averci regalato un pezzetto di noi che era relegato in un cassetto oscuro della nostra anima e possiamo congedarci da lei: “grazie alla prossima!”
Nel caso in cui il sentimento della noia sia un sentimento ricorrente sarebbe opportuno valutarla con un professionista in quanto può essere sintomo di forme di ansia, apatia o depressione.
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Dott.ssa Carla Merola D’Elia