Psicoterapia per bambini
Psicoterapia per bambini
Nell’età evolutiva spesso il bambino sperimenta un disagio che non riesce ad esprimere verbalmente ai genitori perché egli stesso non è in grado di comprenderlo e così è possibile che si manifesti in una modalità poco adattiva nel contesto scolastico, o nel relazionarsi con gli adulti, o con i pari oppure possono manifestarsi sintomi psichici o fisici (come ad esempio fobie, ansie e paure, disturbi del sonno o dell’alimentazione, crisi di rabbia o pianto, ritiro sociale, mal di pancia, enuresi o encopresi) che vanno accolti e ascoltati con uno sguardo attento e non giudicante, per capire quale sia il bisogno evolutivo sottostante.
Il sintomo è l’espressione, la soluzione migliore messa in atto da quel bambino, in quel momento storico, in quel contesto familiare e/o scolastico: tuttavia, a volte questo sintomo può bloccare le risorse di crescita e di adattamento positivo all’ambiente di vita del minore.
Il bambino a causa del sintomo vissuto può sentirsi diverso, incapace o mancante di qualcosa, pensare di avere la colpa e la responsabilità del suo disagio. Dall’altro lato, anche i genitori spesso si sentono responsabili del suo star male, possono dubitare di essere dei “bravi genitori” o pensare di essere in qualche modo la causa principale del disagio del bambino.
Il primo obiettivo della psicoterapia è quello di spiegare al bambino che non c’è niente che non va in lui:
il terapeuta e i genitori non vogliono che il bambino cambi ciò che è, ma vogliono aiutarlo a capire il disagio manifestato così da poterlo aiutare per “sentirsi meglio nei propri panni”, sperimentando un senso di maggior benessere e fiducia.
1. Come poterlo aiutare?
Quando il semplice buon senso ed i numerosi tentativi di percorrere nuove strade non sembrano funzionare ed il malcontento continua ad aleggiare per casa e magari inizia a permeare nei vari contesti di vita del bambino (casa, scuola, relazioni), si può pensare di ricorrere ad una consulenza psicologica.
2. Come funziona una valutazione psicologica?
Il percorso psicodiagnostico con i bambini si svolge con le seguenti modalità:
- primo colloquio con i genitori: viene presentata la difficoltà vissuta che li ha condotti alla consultazione e si racconta del proprio figlio che è molto di più della difficoltà che stanno riportando. Vengono inoltre consegnati dei questionari psicodiagnostici volti a valutare lo stile di funzionamento emotivo e relazionale del bambino;
- osservazione del minore per 5/6 incontri attraverso colloqui clinici e somministrazione di questionari, nonché attraverso i disegni, il gioco e le favole così da permettere al bambino di esprimere le emozioni che sente, comunicandole all’esterno e trovando una spiegazione di quello che gli succede. Il gioco e le storie permettono di affrontare in modo “leggero”, senza giudizi, le situazioni quotidiane che lo mettono in difficoltà, permettendogli di padroneggiarle e di trovare sicurezza in sé e nelle figure che ha accanto. Il primo passaggio è rivolto all’accoglienza delle sue caratteristiche e dei suoi limiti e contemporaneamente alla valorizzazione dei suoi punti di forza e delle sue capacità;
- incontro di restituzione ai genitori e decisione, in base a quanto emerso, se e in che termini proseguire il percorso.
La psicoterapia, che letteralmente significa “cura dell’anima” ha l’obiettivo di favorire un processo di consapevolezza e di cambiamento interiore, che possa portare il bambino a sperimentare un senso di maggior benessere.
Nel cercare di “curare” l’anima di un soggetto in crescita è indispensabile considerare i suoi ambienti di vita: lo sguardo del terapeuta deve quindi allearsi a quello dei genitori in quanto insostituibili. Per questo il terapeuta lavora non solo con il bambino ma anche con loro, passo dopo passo, offrendo un sostegno alla genitorialità.
Il terapeuta può inoltre necessitare di collaborare con gli insegnanti e le sue figure significative, facendo da ponte tra il bambino, la famiglia e la scuola.
Quando può essere utile contattarmi:
- Comportamenti di sfida/oppositivi/ difficoltà a rispettare le regole
- comportamenti aggressivi
- tristezza/ritiro sociale
- ansia, paure e fobie
- difficoltà scolastiche
- difficoltà relazionali con i pari
- difficoltà attentive e/o di iperattività e/o di impulsività
- sintomi psicosomatici (disturbi fisici ricorrenti ma senza una causa medica conosciuta)
- dipendenza dalle nuove tecnologie
- enuresi/encopresi
- tic
- difficoltà scolastiche tali da compromettere gli apprendimenti
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