Dott.ssa
Carla Merola D’Elia
Psicologa
Psicoterapeuta
Dott.ssa Carla Merola D’Elia
Psicologa Psicoterapeuta

Le nuove dipendenze o dipendenze senza sostanza

Le nuove dipendenze o dipendenze senza sostanza

nuove dipendenze senza sostanza psicologo

Le “nuove dipendenze”, o “dipendenze senza sostanza”, si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti:

  • il gioco d’azzardo patologico;
  • lo shopping compulsivo;
  • la “new technologies addiction” (dipendenza da TV, internet, social network, videogiochi…);
  • la dipendenza dal lavoro (workaholism);
  • la dipendenza da sesso compreso quello virtuale (sex-addiction);
  • la dipendenza dalle relazioni affettive;
  • le devianze del comportamento alimentare come l’ortoressia o dell’allenamento sportivo come la sindrome da overtraining.

Qualunque sia la ragione che spinge un adulto a contattare uno psicoterapeuta, la motivazione al cambiamento è un fattore positivo ed è un ottimo punto di partenza.

Si tratta di per sé di azioni e comportamenti usuali, gratificanti e accettati socialmente, tuttavia questi comportamenti possono divenire problematici fino a costruire vere e proprie dipendenze con gravi conseguenze per l’individuo a livello psichico, per la propria sfera affettivo-relazionale e in ambito scolastico o lavorativo.

“La differenza tra un sano entusiasmo, sebbene eccessivo, e la dipendenza patologica è che i sani entusiasmi arricchiscono la vita, mentre le addictions la impoveriscono”.

Queste nuove forme di dipendenza rappresentino un crescente desiderio di evasione dalla realtà ed un’incapacità di tollerare il dolore mentale che porta spesso alla ricerca di sensazioni alternative più piacevoli messe in atto con modalità sempre più compulsive.

similitudini tra dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali

Clinicamente queste nuove dipendenze mostrano delle somiglianze con i disturbi da uso di sostanze: in termini medici, la dipendenza è una patologia in grado di alterare il funzionamento di alcune aree del cervello. Per questo l’individuo perde il controllo delle proprie azioni. L’individuo non può fare a meno della sostanza (o del comportamento) e del piacere che ne ricava. Per questo vive impiegando ogni energia fisica ed emotiva nel tentativo di procurarsi l’oggetto del desiderio, per soddisfare un bisogno impellente. L’organismo non può più fare a meno della sostanza. Dopo una prolungata assunzione, è assuefatto. E per rispondere a questo bisogno l’individuo dispiega ogni sforzo, a scapito degli affetti, del lavoro e di ogni altro aspetto della quotidianità. 

Sia le classiche dipendenze da sostanze che le dipendenze comportamentali presentano numerosi elementi in comune:

  • Inizialmente vengono ricercate per il piacere e il sollievo che ne derivano: è la fase della “luna di miele”, durante la quale è anche quasi sempre presente la negazione del problema;
  • La sostanza (o il comportamento) domina costantemente il pensiero: vi è l’impossibilità di resistere all’impulso di assumerla (o di eseguire il comportamento), vissuta con modalità compulsiva;
  • Presenza del craving: desiderio crescente o stato di tensione che precede l’assunzione della sostanza (o la messa in atto del comportamento);
  • Presenza di instabilità dell’umore: inizialmente precedente l’assunzione della sostanza (o del comportamento), successivamente sempre più generalizzata;
  • Presenza di tolleranza, ovvero progressiva necessità di incrementare la quantità di sostanza (o di tempo dedicato al comportamento) per ottenere l’effetto piacevole;
  • Presenza di una crescente sensazione di perdita del controllo sull’assunzione della sostanza (o sull’esecuzione del comportamento);
  • Presenza di un profondo disagio psichico e fisico quando s’interrompe o si riduce l’assunzione della sostanza (o il periodo dedicato al comportamento);
  • L’uso della sostanza (o l’esecuzione del comportamento) continuano nonostante le progressive e sempre più gravi ricadute sul funzionamento personale e interpersonale (sfera lavorativa, affettiva, amicale, personale…);
  • Frequente tendenza a riavvicinarsi alla sostanza (o al comportamento) dopo un periodo di interruzione (fenomeno della ricaduta);
  • Elevata frequenza dell’assunzione di più sostanze (o dell’esecuzione di più comportamenti), nonché di passaggio da una dipendenza a un’altra;
  • La somiglianza dei principali fattori di rischio: impulsività, sensation-seeking, capacità metacognitive disarmoniche, inadeguato ambiente genitoriale.

Le basi neurobiologiche delle dipendenze

Il dipendente privilegia la ricerca spasmodica del continuo piacere. Non contempla sforzo, fatica e stati emotivi negativi. E anzi se ne allontana il più possibile non riuscendo a tollerare ansia e stress, sebbene queste siano componenti essenziali per la sopravvivenza. 

Il piacere di cui si parla deriva dall’attivazione del sistema sistema mesolimbico dopaminergico a ricompensa, molto antico: un’esperienza viene classificata come gratificante e per questo il cervello ne incoraggia la ripetizione in futuro.  

Il compito principale di questo sistema è favorire la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Quei comportamenti che si rivelano utili (come mangiare, riprodursi e stare con gli altri) vengono premiati con sensazioni piacevoli, per favorirne ancora una volta la ripetizione ed anche le dipendenze da sostanza e comportamentali utilizzano lo stesso sistema a ricompensa.

Ma nelle addiction, le sostanze d’abuso e le dipendenze comportamentali danneggiano questa via dopaminergica e interrompono le comunicazioni fra le varie parti del cervello. L’area in cui ha sede la volontà e le parti sottostanti legate alle emozioni non sono più in dialogo. 

Questo circuito a ricompensa dunque è attivato anche dalle sostanze o dai comportamenti compulsivi patologici. 

Come i bisogni fondamentali (cibarsi, copulare e relazionarsi) così le dipendenze stimolano un innalzamento di dopamina e rendono quegli atteggiamenti tanto piacevoli da conservarne il ricordo per un eventuale recupero di quelle memorie nel caso della reiterazione del medesimo comportamento. 

In condizioni patologiche, nel tempo, gli stimoli primari (mangiare, copulare e relazionarsi) diventeranno sempre meno soddisfacenti, fino a perdere del tutto la carica gratificante. 

In questo nuovo equilibrio distante da quello fisiologico, l’individuo si vedrà totalmente assorbito dalla ricerca spasmodica della sostanza o dal tentativo di replicare il comportamento patologico.

   Le dipendenze tecnologiche:

  • La social network addiction e la friendship addiction si presentano come una sorta di dipendenza da connessione, aggiornamento e controllo della propria pagina web o profilo e da amicizia (detta anche amicodipendenza), o meglio la ricerca di nuove amicizie virtuali.
  • La cybersexual addiction consiste in una vera e propria forma di dipendenza da sesso virtuale, dove il cybersesso è rappresentato dal materiale pornografico in rete o dalle chat a luci rosse.
  • Le net-compulsion consistono in tre principali comportamenti compulsivi che si possono mettere in atto tramite internet e che hanno in comune la competizione, il rischio e il raggiungimento di un’eccitazione immediata attraverso il gioco d’azzardo on-line, la partecipazione ad aste on-line (E-Bay) e il commercio in rete, oltre a al trading on-line ovvero il gioco in borsa attraverso internet. Tali forme di gioco on-line assumono il ruolo di casinò virtuale in cui entrare e giocare a qualsiasi ora qualsiasi somma di denaro.
  • Lo shopping compulsivo è caratterizzato da un impulso irresistibile, da un bisogno incontrollabile e da una tensione crescente che possono essere alleviati solo comprando. Oltre alla forma tradizionale che prevede acquisti presso negozi e centri commerciali, sta prendendo sempre più campo l’analoga forma via web.
  • La dipendenza da videogioco, conosciuta anche come video game overuse, definisce un uso eccessivo o compulsivo di giochi per computer e consolle che interferisce con la vita quotidiana, isolandosi dalla famiglia e dagli amici o da altre forme di contatto sociale, e si concentrano quasi esclusivamente sui risultati nel videogioco piuttosto che altri eventi della vita.
  • La information overloading addiction è una forma di dipendenza che prevede il sovraccarico di informazioni. Si manifesta con una ricerca estenuante e protratta nel tempo di informazioni, nel tentativo di raggiungere il massimo aggiornamento possibile tramite il web surfing, cioè passando continuamente da un sito all’altro, o attraverso indagini su materiali custoditi in varie banche dati.

 La dipendenza da sesso Sex Addiction tra le nuove dipendenze colpisce prevalentemente i maschi.  Il dipendente da sesso ha una grave difficoltà a vivere il sesso naturalmente, come una relazione intima con uno scambio di piacere. La relazione è invece di tipo ossessivo.
I comportamenti che un dipendente sessuale può mettere in atto sono diversi: rapporti sessuali con prostitute o con persone anonime, esibizionismo,acquisto di materiale pornografico, utilizzo di servizi erotici telefonici o su internet, masturbazione in modo ossessivo.
La compromissione di una vita di relazione sana è molto rilevante, ma rilevanti sono anche gli effetti sui processi mentali: l’intrusione di pensieri e fantasie non volute può impedire la concentrazione, la vigilanza su una normale occupazione.

La dipendenza affettiva o Love addiction è una modalità patologica di vivere le relazioni, la dipendente affettiva guidata dai suoi vuoti interiori sposta tutta la sua attenzione sul partner fino anche ad annullarsi in quanto la sola idea di perdere il partner le fa vivere angoscia e panico e così arriva a sottomettersi come strategia per farsi amare. E’ una forma di amore ossessivo in cui c’è disinteresse per tutto ciò che non riguardi l’oggetto d’amore.
Alcuni ricercatori hanno evidenziato correlazioni con il disturbo post-traumatico da stress. Molte donne dipendenti affettive hanno subito abusi sessuali, maltrattamenti fisici ed emotivi, ciò ha compromesso severamente la capacità di affermazione di sé, favorendo al contrario lo sviluppo di rapporti di sottomissione e passività.

Lo shopping compulsivo tra le nuove dipendenze si riferisce al bisogno compulsivo di acquistare anche oggetti di scarso valore, magari inutili, pur di scaricare una tensione interna dolorosa. Il sollievo è transitorio , il senso di vuoto descritto dai pazienti ricompare : l’atto dell’acquisto provoca un senso di “riempimento” che però ha una efficacia solo fittizia e momentanea con un doloroso senso di colpa e di controllo. Il senso di vuoto rimane. La spinta compulsiva si fa nuovamente forte e il soggetto torna ad agire, senza controllo, il comportamento dell’acquisto. 

Sia l’ortoressia che la vigoressia si basano infatti su uno stile di vita improntato al perseguimento di un rigido regime nutrizionale ma, mentre l’ortoressia poggia sull’ossessione per il mangiare sano che conduce il soggetto a spendere molto tempo a pensare al cibo, a quali alimenti evitare, a selezionarli e a prepararli al fine di mantenere una buona condizione di salute, la vigoressia riguarda l’ossessione per la perfetta forma fisica raggiunta tramite l’uso di un’alimentazione iper-proteica e lo svolgimento di esercizi fisici, al fine di ottenere una muscolatura ipertrofica tali atteggiamenti una forma di “fanatismo alimentare” che, portando a focalizzare l’attenzione unicamente sull’alimentazione, impoveriscono la complessità della realtà, comportano la fuga dai problemi reali e conducono a trovare rifugio in un unico scopo perseguibile: il cibo, ritenuto unico aspetto della vita che è possibile controllare. 

La dipendenza nella società moderna

Nonostante oggi si assista ad un incremento del fenomeno, purtroppo anche tra i giovani, che è stato registrato mediante l’osservazione clinica, non esiste una classificazione ufficiale di questi comportamenti dipendenti: non sono neanche inseriti nell’attuale DSM V.

Questo rende complicato poter porre una diagnosi di dipendenza comportamentale e quindi di stabilire un confine tra normale e patologico ed in più vi è la tendenza da parte della società moderna di mascherare i comportamenti eccessivi ritardando così l’identificazione del disturbo e la possibilità di intervento.

E così la consapevolezza propria e di chi ci è intorno può fare la differenza, piò aiutare a domandarsi “Mi sento libero durante la mia giornata? C’è qualcosa che condiziona la mia vita?”

Il rispondersi con sincerità può essere il primo passo verso un miglioramento del proprio benessere.

Se hai bisogno di aiuto o un tuo familiare o amico ha bisogno di un consulto per una presunta dipendenza comportamentale...

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