Dott.ssa
Carla Merola D’Elia
Psicologa
Psicoterapeuta
Dott.ssa Carla Merola D’Elia
Psicologa Psicoterapeuta

Disturbo ansioso

Disturbo ansioso

ansia psicologa

A chi non capita di sentirsi in ansia? L’ansia è innata, fa parte della natura umana e ci accompagna dai tempi dei tempi: per i nostri antenati è stata un’emozione utile che ha permesso loro di sopravvivere ai pericoli.

Si può dire che quando l’ansia è moderata può risultare utile, perché ci mette in allerta di fronte a una situazione difficile permettendoci di reagire tempestivamente ma può diventare un problema reale quando è eccessiva rispetto alla situazione che ci troviamo a fronteggiare o dura troppo a lungo, al punto che un’azione quotidiana può diventare uno sforzo enorme come parlare in pubblico, sostenere un esame, andare ad un appuntamento o ad una festa, od esporre il proprio pensiero.

Oggi uscendo di casa non abbiamo più paura di essere predati da un leone, più spesso la percezione di minaccia non parte dalla situazione reale nel mondo, ma dal pensiero che facciamo rispetto a quella situazione, ovvero è il pensiero che ci attraversa la mente a rendere catastrofica la situazione: pensare che il dolore allo stomaco può essere un tumore o avere la convinzione che l’intervento al lavoro sarò un disastro.

Noi siamo il nostro pensiero e la nostra vita, le nostre scelte così come il nostro comportamento e le nostre emozioni derivano da ciò che pensiamo: da una base di realtà, spesso, il pensiero costruisce un castello di paure che possono non essere basate sui fatti.

Quando mi capita di ripensare a tutte queste preoccupazioni, mi ricordo della storia dell’uomo anziano che sul suo letto di morte racconta che nella vita ha dovuto affrontare molti problemi, molti dei quali non sono mai accaduti.

Winston Churchill

I disturbi d’ansia più diffusi sono:

  • Disturbo d’ansia generalizzato: il DAG, secondo il DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013) è caratterizzato da:
  • Presenza di ansia e preoccupazioni eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno sei mesi. Presenza di almeno due ambiti diversi di preoccupazione
  • La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione
  • L’ansia e la preoccupazione sono associate con almeno tre dei sintomi seguenti: irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno
  • L’ansia, le preoccupazioni e i sintomi fisici provocano una significativa riduzione della qualità di vita del soggetto
  • L’ansia non è dovuta agli effetti di una sostanza o a una condizione medica
  • Il disturbo non è specificato da altre condizioni mediche di natura psichiatrica

Gli individui con questo disturbo si descrivono di solito come persone sensibili, tendenti al nervosismo e alla preoccupazione cronica, detta anche rimuginio che è inteso come una catena di pensieri negativi, in forma preminentemente verbale, nei quali il soggetto si concentra sulla natura incontrollabile della preoccupazione e sul suo possibile ruolo nell’evitare gli esiti negativi degli eventi temuti. La maggior parte dei pazienti con disturbo d’ansia generalizzato riconoscono di trascorrere molto tempo della loro giornata preoccupandosi per cose di secondaria importanza. Le loro preoccupazioni tendono a riflettere una vulnerabilità nel senso di minaccia percepito (ad es., “Qualche cosa andrà male”) e la mancanza di risorse personali nel fronteggiamento delle situazioni (ad es., “Non sono in grado di farcela”)

Disturbo di panico: gli attacchi di panico sono stati di ansia molto forte, che insorgono per lo più inaspettatamente e che provocano intensa paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire. Il panico consiste in uno stato di intensa paura che raggiunge il suo picco nel giro di dieci minuti. Viene detto anche attacco di panico poiché è caratterizzato da una comparsa improvvisa, spesso inaspettata, di paura in mancanza di un pericolo reale. Nel corso di una crisi o attacco di panico, possono fare la loro comparsa sintomi fisici (palpitazione, sudorazione, mancanza di respiro, dolore al petto, tremori, nausea, instabilità e sbandamento, sensazione di perdere il controllo e impazzire o morire, brividi, formicolii o vampate di calore e derealizzazione-la realtà esterna appare irreale e strana- o depersonalizzazione-avere la sensazione di essere staccati dal proprio corpo) molto spiacevoli dovuti all’attivazione del sistema simpatico e pensieri catastrofici (paura di morire, di impazzire, svenire).

Agorafobia: L’agorafobia è caratterizzata dall’ansia di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto, in caso di attacco di panico. Le situazioni in cui si manifestano i timori agorafobici sono ad esempio l’essere fuori casa da soli, l’essere in mezzo alla folla o in coda, l’essere su un ponte, viaggiare in automobile o con altri mezzi di trasporto (ad esempio, treni o autobus). In generale, la persona con agorafobia sembra particolarmente sensibile alla solitudine (intesa soprattutto come lontananza da persone o luoghi familiari), spazi aperti (quali ad esempio, le piazze), e situazioni costrittive (quali ad esempio, luoghi chiusi e angusti, o rapporti vissuti come troppo limitanti la propria libertà). Le situazioni temute vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti), oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un attacco di panico, e non di rado affrontate con la presenza di un compagno.

Ansia o fobia sociale: è un disturbo d’ansia caratterizzato da ansia significativa indotta dall’esposizione a determinate situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico, nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. La caratteristica principale è la paura di essere criticati dagli altri durante azioni o compiti di vario genere, soggetti alla valutazione di altre persone. Due aspetti cruciali alla base di questo timore sono il forte desiderio di dare una buona impressione agli altri e contemporaneamente una forte incertezza rispetto al raggiungimento di questo scopo. In genere la paura collegata alla fobia sociale è quella di essere visti come persone deboli, ansiose, non equilibrate, stupide, noiose o comunque giudicate negativamente. La paura porta ad evitare luoghi e situazioni che potrebbero attivare i sintomi ansiosi. La persona così riduce sempre di più le attività, i luoghi e le situazioni quotidiane, innescando un circolo vizioso che porta ad un peggioramento del quadro fobico e a una importante riduzione della qualità di vita.

Fobie specifiche: la fobia specifica come una paura, spropositata rispetto alle comuni paure, che si manifesta in modo marcato e persistente in presenza di un oggetto o in relazione a specifiche situazioni. Esistono diverse tipologie di fobie, differenziate in base al tipo di stimolo fobico:

  • Animale: Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi;
  • Ambiente naturale: Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell’acqua (idrofobia);
  • Sangue-iniezioni-ferite (comuni sono le paure rispetto agli aghi o relative ad alcune procedure mediche invasive);
  • Situazionale in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, oppure luoghi chiusi (agorafobia e claustrofobia);
  • Altro tipo: soffocare (anginofobia), pagliacci e maschere (coulrofobia), bambole (pediofobia), rumori forti (liguirofobia), paura di vomitare o vedere qualcuno farlo (emetofobia), paura del dentista (odontofobia), paura legata al parto (tocofobia), paura di invecchiare (gerascofobia), paura di rimanere fuori dalla rete di comunicazione mobile (nomofobia- è possibile annoverarla anche nelle dipendenze patologiche).

I disturbi d’ansia sono disturbi molto comuni.
L’ansia è sicuramente la patologia per cui si richiede di più l’aiuto psicoterapeutico. Ne soffre circa 1 persona su 20.

Come si manifesta l'ansia?

L’ansia si manifesta diversamente da persona a persona, ma in genere le sue caratteristiche sono:

  • pensieri ansiosi (farò una figuraccia, non sarò all’altezza, mi sentirò male…)
  • emozioni ansiose (paura, timore, ansia)
  • sensazioni corporee alterate (tensione muscolare, respirazione veloce, battito cardiaco accelerato, sudorazione profusa, sensazioni di svenimento, vertigini…)
  • comportamenti alterati (agitazione, aumento/diminuzione appetito, evitamento di certe situazioni…).

In tutti i tipi di disturbi ansiosi di fronte a ciò che ci spaventa la risposta più comune è l’evitamento dello stimolo temuto ma nel fuggire il sollievo è solo temporaneo e l’ansia aumenta sempre di più e sarà sempre più difficile affrontare la situazione temuta.

Le persone con un disturbo ansioso hanno un costrutto fatto di molti “e se…”, interpretano le situazioni ambigue come minacciose, sovrastimano l’accadimento di qualcosa di brutto e sottostimano la loro capacità di far fronte agli eventi, utilizzando strategie di coping come il controllo e l’evitamento.

Cause dell'ansia?

Non esiste una causa unica per l’ansia patologica. Ci può essere una predisposizione genetica familiare ad essere ansiosi, può essere influenzata dall’educazione ricevuta, dallo stress causato da un importante cambiamento nella propria vita (la perdita del lavoro, un trasferimento, un lutto, un incidente, la nascita di un figlio), dalla bassa autostima.

Questi fattori interagiscono tra di loro in maniera e in misura diversa da persona a persona.
La ricerca empirica ha dimostrato l’esistenza di una trasmissione familiare dei disturbi d’ansia, di una vulnerabilità genetica che porta, dunque, alla loro insorgenza.

Trattamento dell'ansia

I disturbi d’ansia possono essere curati attraverso:

  • il trattamento farmacologico
  • il trattamento psicologico

Il trattamento farmacologico è efficace, ma spesso i disturbi d’ansia si ripresentano quando viene interrotto il farmaco, pertanto diviene maggiormente risolutivo andare alla radice del problema con la psicoterapia per imparare a conoscere e riconoscere l’ansia patologica e i suoi sintomi fisici, a interrompere il ciclo di tensione crescente attraverso l’individuazione dei pensieri ansiosi e l’insegnamento delle tecniche cognitivo-comportamentali per contrastarli come l’analisi dei pensieri disfunzionali, ma anche riuscire a ridurre l’eccessiva autocritica e fare amicizia con se stessi per arrivare all’accettazione di sè così come si è, ovvero accettando ciò che ci piace ma anche ciò che non ci piace perché esprime pur sempre qualcosa di noi, imparare ad ascoltarsi nella totalità solo così arriveremo all’integrazione delle nostre differenti parti. Sarà altrettanto utile esprimere i propri bisogni con efficacia per una migliore comunicazione con se stessi e con gli altri, identificando le emozioni che ci guidano per riuscire ad esserne più consapevoli e poter così apportare un cambiamento.

Se hai bisogno di aiuto o un tuo familiare o amico ha bisogno di un consulto per un presunto disturbo ansioso...

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